Uova di Pasqua al cioccolato e sode: Tutte le informazioni che servono
In periodo di Pasqua i consumatori chiedono chiarimenti sulle etichettedelle uova, per questo riteniamo opportuno riportare di seguito le indicazioni obbligatorie che devono comparire sull’etichetta del cioccolato:
- La denominazione di vendita, che indica l’esatta tipologia di cioccolato che si sta acquistando (tavoletta, pralina, ecc..)
- L’espressione cacao …..% minimo indica il tenore di sostanza secca di cacao.
- La lista degli ingredienti, che indica i componenti del prodotto elencati in ordine decrescente.
- Il nome e la sede del produttore o confezionatore o venditore del prodotto.
- Il termine minimo di conservazione, cioè la data fino alla quale il prodotto conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione, indicato con la dicitura da consumarsi preferibilmente entro ….
- La quantità del prodotto al netto dell’imballaggio per prodotti superiori a 30 grammi.
- Il termine superiore è una delle espressioni relative a criteri di qualità (ce ne sono altre ad esempio: fine, finissimo, extra, ecc …) che possono essere utilizzate quando il contenuto degli ingredienti principali (in questo caso cacao e latte) è aumentato rispetto alla ricetta base.
- Le modalità di conservazione.
- La tabella con le informazioni nutrizionali.
Uova sode colorate
Anche la Pasqua senza uova sode colorate non sembra quasi immaginabile. Pare infatti che l'usanza di dipingere le uova sia più antica della stessa festa cristiana e che risalga a una cerimonia primaverile con cui i Germani celebravano la dea Eostrae.
Analogamente alle origini storiche di questa tradizione, sembrano ormai caduti nel dimenticatoio anche i coloranti naturali che le nostre cucine, cantine, dispense e giardini possono offrirci.
I colori della natura:
marrone: bucce di cipolla gialla e rossa (cotte in acqua bollente), tè nero,
caffè
giallo: bucce di cipolla (appena scottate in acqua bollente), cumino,
zafferano, fiori di camomilla
rosso: succo di rape rosse, bucce di cipolla imbevute nell'aceto
blu/viola: cavolo rosso
verde: spinaci, ortiche, foglie d'edera
Come fare?
Preparare un decotto immergendo le verdure in acqua fredda. Per ogni litro d'acqua: 2-3 manciate di bucce di cipolla oppure 250 g di ortiche, spinaci o rape rosse tritate, oppure 500 g di cavolo rosso tritato. Tempo di cottura: ca. 1/2 - 3/4 ora.
A cottura terminata, filtrare il decotto e aggiungervi 2 cucchiai da tavola di aceto per ottenere colori più brillanti. Rassodare quindi le uova nel decotto colorato.
Consigli pratici:
• Le uova dal guscio scuro assorbono meglio le varie tonalità marroni.
• Tutti gli altri colori rendono meglio sulle uova dal guscio bianco.
• Per aumentare la brillantezza dei colori, dopo la cottura strofinare le uova
con una cotica di speck o pancetta o con dell'olio.
• Per ottenere l'effetto marmorizzato, cuocere le uova nel decotto non
filtrato, immergendole sotto le verdure usate per la colorazione.
• Per arricchire le decorazioni, avvolgere le uova con foglie, fiori, erbe o
altro, chiuderle in un telo o una calza di nylon, quindi immergerle nel decotto
colorato o in acqua pulita.
• Se disegnate dei motivi sulle uova crude servendovi di un pennello immerso
in succo di limone o concentrato di limone, la parte di guscio disegnata non
assorbirà il colore durante la cottura.
• Fate attenzione alla provenienza delle uova.
Uova precolorate
Da qualche tempo a questa parte, nel periodo di Pasqua, troviamo negli scaffali anche uova già colorate. A differenza delle uova fresche queste non sempre riportano il tipo di allevamento e la provenienza. Sulle uova fresche, infatti, va indicato da dove provengono e il tipo di l'allevamento delle galline (biologico, ruspante, a terra, in gabbia). Dato che le uova precolorate rientrano fra i prodotti “lavorati”, le stesse sono esonerate dall'obbligo di etichettatura. Purtroppo ad oggi le richieste di estendere tale obbligo anche a tutti i prodotti lavorati (pasta, prodotti da forno, salse …) ad oggi non hanno avuto seguito. Alcuni produttori però danno il buon esempio, dichiarando volontariamente la provenienza ed il tipo di allevamento, cosicché con un po' di attenzione è possibile evitare le uova da allevamento in gabbia.
Foglio info AL02
Situazione al 03.2024